Si riportano di seguito le sintesi degli interventi e le videointerviste ai relatori:
ALESSANDRO BRATTI, RESPONSABILE AMBIENTE DEL PD EMILIA-ROMAGNAL’Emilia-Romagna laboratorio nazionale sulla green economyIl
documento che stiamo elaborando in vista della Conferenza programmatica regionale combina le nostre idee e proposte in materia di sviluppo ambientale, con altre formulate da associazioni e categorie sociali. Non si tratta di una proposta definitiva, ma di un work in progress che arricchiremo ulteriormente, anche con gli spunti odierni. Il messaggio che lanciamo col documento è che l’ambiente, al contrario di quanto pensano in molti nel centro destra, non è un costo, ancor più gravoso in tempi di crisi. Piuttosto si tratta di una grande occasione per lo sviluppo e la ripresa economica, e i significativi investimenti realizzati in altri Paesi lo dimostrano. In Italia invece, non solo manca una strategia energetica nazionale, ma addirittura il Governo torna a parlare di nucleare. Una scelta che ci vede fortemente contrari, anche perché, lo dicono gli studi internazionali, la tecnologia che propongono non solo non permetterà di abbattere le emissioni di CO2, ma è assolutamente carente in termini di sicurezza.
Provando a offrire un contributo costruttivo, noi auspichiamo invece un piano nazionale per la green economy che punti sui quattro pilastri della semplificazione amministrativa, degli incentivi ai consumi verdi, del controllo ambientale e della ricerca avanzata, e che, stime europee alla mano, potrebbe creare centinaia di migliaia di posti di lavoro in pochi anni.
In questo disegno, l’Emilia-Romagna – dove si vantano ottimi risultati sugli indicatori tradizionali, ma si scontano anche numerose criticità ambientali, anche perché la pianura padana è il cuore produttivo del Paese – può e deve aspirare ad essere un vero e proprio laboratorio nazionale in materia. Per questo, apprezzando molto l’obiettivo formalizzato nel nuovo Piano Territoriale Regionale di passare dalla green economy alla green society, proponiamo di puntare forte in un settore che già oggi mostra un gran dinamismo nel nostro territorio, e che potrebbe crescere nei prossimi 5 anni fino a creare 80.000 posti di lavoro. Proponiamo di investire su conoscenza, innovazione, tecnologia, ambiente, energia, controllo, qualità e partecipazione, e di farlo definendo 11 linee strategiche e 100 azioni concrete per innovare il futuro. Concludo citando una frase di Albert Einstein: “non possiamo risolvere i problemi con i medesimi schemi di pensieri con cui li abbiamo creati”.
ERMETE REALACCI, COMMISSIONE AMBIENTE CAMERA DEI DEPUTATI
La green economy, una sfida trasversale per ridare futuro all’ItaliaIl documento oggi presentato è il migliore elaborato a livello regionale dal PD, e questo è un bene, perché vogliamo mettere la green economy al centro di questo confronto elettorale. Su questo tema la nostra distanza dalla destra è molto ampia e lascia intuire due idee profondamente diverse del Paese. Parlando di loro, ricordo solo il recente emendamento sulla caccia, che danneggia soprattutto i cacciatori per bene creando un legittimo sentimento popolare contro l’idea di caccia in sé, il tentativo di far passare una ulteriore sanatoria sull’abusivismo edilizio, e il silenzio del Governo, e della stampa che gli è vicina, sul conflitto apertosi con la maggioranza delle Regioni per l’intenzione di decidere unilateralmente sull’insediamento delle centrali nucleari. Un silenzio eloquente: anche nel centro destra sanno bene non solo che il nucleare non è la soluzione, ma anche che è un argomento impopolare.
Noi però non vogliamo parlare solo di pericoli e questioni aperte, bensì anche di come affrontare il futuro. E anche qui viene fuori tutta la distanza con il centro destra: il Berlusconi che a L’Aquila si disse assolutamente d’accordo con Obama sui temi ambientali è lo stesso che mesi prima, unico tra i leader occidentali, affermò che parlare di ambiente in tempi di crisi è come farsi la messa in piega quando si ha la polmonite. Al contrario, noi pensiamo che la green economy può essere proprio la cura. Pensiamo alla Fiat, passata da uno stato di crisi giudicato irreversibile a un ruolo di protagonista mondiale per la capacità di innovarsi e produrre veicoli che consumano meno.
La crisi va affrontata facendo due cose: difendere le aree deboli, e non sminuire gli effetti della situazione attuale come ha fatto il Governo, e individuare la direzione da intraprendere, per costruire un sistema economico più competitivo. E in tutto il mondo la direzione sembra coincidere con la green economy, un tema che però vuol dire molto più che semplice attenzione all’ambiente. Si tratta infatti di una sfida assolutamente trasversale, che parte dalla valorizzazione delle vocazioni dei territori, ma è vincente solo se punta sulla qualità, sull’innovazione, sui controlli e sulla tutela dei diritti, in primis quelli del lavoro. Già oggi d’altronde, noi primeggiamo nell’esportazione di prodotti di qualità, non certo di quelli low cost, gli unici per i quali può bastare anche una manodopera sottopagata e sfruttata. E qui da noi, più che altrove, questa direzione dovrebbe essere intrapresa con slancio, perché, pensiamo al caso del vino, quando facciamo le cose per bene, sfruttando le vocazioni dei territori e puntando sulla qualità e sull’innovazione, spesso riusciamo a farle meglio degli altri.
La sfida della green economy chiama in causa la politica, le istituzioni, i territori, le imprese e i lavoratori, e il PD vuole guidarla, consapevole che esige dei cambiamenti anche impegnativi. Ma il PD è nato proprio per dare forza e fiducia all’Italia, tenendola unita e proponendole un’idea alta di futuro che ci permetta di dire non solo c’era una volta, ma anche ci sarà.
STELLA BIANCHI, RESPONSABILE NAZIONALE AMBIENTE DEL PDL’economia verde: una risposta che mette al centro il lavoro, i saperi e l’innovazioneLa green economy sarà un tema centrale nella campagna elettorale in Emilia-Romagna e nelle altre regioni. Nella nostra visione si tratta di un tema che va ben oltre la sola tutela ambientale, perché rappresenta una leva di sviluppo per nuovo modello di produzione, consumo e sostenibilità ambientale e sociale. Immaginare un’economia verde è una risposta alle due grandi crisi che stiamo affrontando, quella economica e quella climatica, ed è una risposta che mette al centro il lavoro qualificato, tutelando i diritti, e ancora i temi della formazione, dei saperi e dell’innovazione tecnologica.
Per promuovere la green economy, il Paese dovrebbe dotarsi di una politica industriale capace di fornire gli incentivi giusti, regolare e semplificare il settore, sostenere la ricerca e favorire una politica di controlli seri ed efficaci. A livello nazionale però non esiste nessuna politica industriale, ed è per questo che per ora possiamo lavorare solo su alcuni punti di forza, specie nei territori più vocati e predisposti a questa visione, come l’Emilia-Romagna, costruendo una politica di sistema condivisa da imprese e lavoratori.
Quando parliamo di politica industriale infine, deve essere chiaro che di certo non pensiamo al nucleare. Il Governo ha invece fatto questa scelta, che non solo è obsoleta, ma è anche segno di una impostazione centralistica che non tiene conto di quanto legittimamente deciso nelle regioni. Su questo tema la nostra opposizione sarà forte e netta: chiederemo al Governo di dire dove ha intenzione di costruire le centrali, con quali costi e con quali previsioni sia sulla resa energetica, che secondo le nostre stime dovrebbe essere minima, sia sulle reali ricadute occupazionali. Anche in Emilia-Romagna, dove ancora non si capisce cosa si vuole fare a Caorso, chiederemo agli esponenti politici del centro destra di esprimersi.
STEFANO BONACCINI, SEGRETARIO REGIONALE DEL PD EMILIA-ROMAGNA
Un nuovo patto sociale per una green economy "made in Emilia-Romagna"La relazione presentata oggi non solo è utile, ma è anche frutto di un lavoro che deve essere la regola di base per il nostro partito. Ultimamente nel PD si è parlato troppo di persone e poco di cose, mi piace pensare che oggi comincia una nuova stagione che rimette al centro le idee e i programmi. D’altronde in Emilia-Romagna le idee e i programmi sono sempre stati al centro dell’agire politico: non a caso da anni ci confrontiamo con le realtà più avanzate d’Europa e del mondo. Per continuare a farlo però, le buone ricette del passato non bastano più. Ci troviamo ad affrontare alcune sfide e questioni inedite, dall’immigrazione, alla più grave crisi economica dal dopoguerra, all’emergenza ambientale appunto, e per farlo, mentre altri puntano sulla leva delle ansie e delle paure, noi vogliamo parlare di innovazione e di futuro.
È qui che si colloca la sfida sull’ambiente, una sfida che va ben oltre la tutela dei territori, che comunque vanno tutelati più e meglio, specie dove sono stati oggetto di un grande sfruttamento. Ma per andare oltre occorre un nuovo patto sociale con tutte le forze della regione, e un appuntamento come quello di oggi è importante perché è un’occasione di proposta da parte nostra, ma anche e soprattutto di dialogo e di ascolto, anche nei confronti dei più giovani, che sul tema dell’ambiente sono ancora più sensibilizzati delle altre generazioni, perché sanno che la green economy può essere una grande occasione per la creazione di nuovi posti di lavoro.
Lavoro che certo non sarà recuperato e creato col nucleare. Su Caorso non c’è nessuna opposizione ideologica da parte nostra, è il Governo piuttosto che propone una soluzione non conveniente e considerata ormai obsoleta in tutta Europa. Per questo, a breve saremo a Caorso col Presidente Errani, chiedendo parole chiare a tutti i candidati del centro destra. Devono dire a noi e ai cittadini cosa pensano, anche perché occorre capire come si pongono nei confronti di una scelta così centralista elettori così sensibili al federalismo come quelli della Lega.
Rimanendo alla campagna elettorale, sottolineo da tempo la necessità di scandire poche, chiarissime parole chiave. Per questo apprezzo la sfida lanciata da Vasco Errani: la Regione Emilia-Romagna dovrà essere la prima in Italia, e ai livelli tedeschi, nella produzione di energie rinnovabili entro il 2014. Ma per ottenere questo e altri obiettivi, non dobbiamo limitarci a importare e adottare le soluzioni pensate e realizzate altrove. In Emilia-Romagna ci sono le intelligenze per progettare e produrre la green economy, ed è qui che il tema dell’ambiente si sposa con quelli del sapere e dell’innovazione. Non a caso i prossimi incontri che organizzeremo prima della Conferenza programmatica saranno dedicati al sapere, allo sviluppo economico e al welfare. Il PD deve distinguersi con le idee e i progetti che ha, per far crescere i propri territori: solo elaborando e realizzando buone politiche, e coinvolgendo la società, potremo guardare con fiducia e serenità al futuro.